Ambulatorio veterinario Dott.ssa Romanini - Salsomaggiore Terme - Parma

Maria Luigia duchessa regnante di Parma, Piacenza e Guastalla si curava con l'omeopatiaA Parma mostrata al pubblico la farmacia da viaggio di Maria Luigia . Si scopre che l'imperatrice si serviva dell'omeopatia (anche prima che, nel 18 39, Carlo Alberto Savoia consentisse per regio decreto la vendita di questi medicinali nella prima farmacia omeopatica in Italia), tanto che nell'affrontare un viaggio portava con se ben 24 provette contenenti rimedi omeopatici.

Esposta stabilmente nel Museo Glauco Lombardi di Parma  la  Farmacia da viaggio di Maria Luigia duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla offerta dall'Ordine dei farmacisti di Parma. Si tratta di una serie di prodotti farmaceutici, rimedi omeopatici, medicinali vari e persino veleni, riposta e ordinata in uno splendido bauletto in legno di noce con elementi in ottone di fine manifattura francese dell'ottocento. Il bauletto, esposto nella Sala Acquerelli, nella vetrina al centro della sala, fu utilizzato dalla duchessa sia nel periodo impero che in quello parmense. Il bauletto è suddiviso in scomparti e cassettini entro cui sono sistemati flaconi in cristallo o ceramica ancora contenenti sostanze medicinali liquide o in polvere, rimedi omeopatici e piccoli strumenti.

Farmacia da viaggio di Maria Luigia di ParmaLa duchessa, che sembra sofrisse di disturbi respiratori e gastrointestinali, emicrania e reumatismi, e di febbri ricorrenti, si avvaleva frequentemente di medici e farmacisti, ed in particolare della farmacia di corte. Fra i bagagli da viaggio era sempre presente una farmacia portatile di pregevole manifattura francese, forse realizzata dopo le nozze con Napoleone, fra il 1810 e il 1814. Al suo interno, cassetti, boccette di cristallo di Boemia con la corona imperiale (sostituita poi dallo stemma ducale), vasetti in terracotta invetriata, cannule in vetro, garze e cerotti di produzione londinese, scatolette in cartone. In una custodia in marocchino nero con stemma di Maria Luigia sono conservati alcuni boccettini di rimedi omeopatici. Numerosi e vari i medicinali custoditi all'interno, alcuni rimasti integri: rimedi vegetali come rabarbaro, rosa, cannella, camomilla, valeriana, pillole purgative e contro il «verme solitario», la cantaridina, estratta da un coleottero, molto in voga fra '700 e '800 per le proprietà afrodisiache e antiflogistiche e per finire antidolorifici, oppiacei e assenzio, che venivano somministrati e dosati dal medico. Fra i laboratori di produzione, nomi destinati a diventare famosi come Carlo Erba e Zambeletti, e anche farmacie storiche di Parma, come la Gibertini e la San Giovanni.

 

 

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