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La memoria dell'acqua L’acqua e gli organismi viventi.

Emilio Del Giudice, il noto fisico recentemente scomparso all'età di 74 anni, descrive in questo articolo la capacità che ha l'acqua di trattenere e trasmettere informazioni e l'importanza che tutto questo ha nelle reazioni chimiche che danno luogo alla dinamica biologica.

Il nostro corpo, come numero di molecole, è costituito da circa il 99% da molecole d’acqua. Il restante 1% è costituto da molecole diverse dall’acqua (proteine, DNA, ormoni, vitamine, ecc…). Ci si può chiedere come mai i biologi finora hanno studiato l’1% e trascurato il 99%. La ragione è che esiste il preconcetto secondo cui la dinamica biologica è governata dalla chimica, cioè dal fatto che questo 1% di molecole si incontra, fa reazioni chimiche, e l’insieme di tutte queste reazioni chimiche da luogo alla dinamica biologica. Siccome le molecole d’acqua non fanno reazioni chimiche, vengono trascurate, come se fossero gli spettatori della partita: allo stadio 22 persone giocano e 60 000 guardano… Nella visione attuale, posto che siano le molecole diverse dall’acqua che danno origine alla dinamica vivente, come fanno queste molecole a riconoscersi, a trovarsi e ad incontrarsi? Infatti, nella dinamica biochimica non ci sono errori, non ci sono incontri che danno luogo a specie molecolari non volute. Mentre in un reattore chimico industriale ci sono incontri di ogni genere, per cui oltre al prodotto che si vuole si producono anche i rifiuti. Ma allora deve esistere una sorta di “governo” delle reazioni biochimiche, un qualche agente fisico che dice alle molecole dove devono andare e chi devono incontrare.
Si può senz’altro candidare a questo ruolo il campo elettromagnetico. Infatti esiste un teorema che dice che quando un campo elettromagnetico occupa una certa regione di spazio ed oscilla ad una certa frequenza, è capace di attirare in quella regione molecole che oscillino alla stessa frequenza (o a frequenze molto simili). C’è quindi un meccanismo selettivo di richiamo.
Negli ultimi anni, la risposta alla domanda chi produce questo campo elettromagnetico, ha fatto cogliere il ruolo fondamentale dell’acqua. Le molecole d’acqua sono capaci di avere un’attività collettiva, cioè in metafora: le molecole dell’acqua liquida non sono una folla di oggetti indipendenti, ma sono come un corpo di ballo, cioè danno luogo ad un ordine, non di tipo spaziale, come in un cristallo, ma “si muovono” in modo definito. Poiché i campi magnetici sono prodotti dalle oscillazioni delle cariche elettriche, un’oscillazione di un gran numero di molecole in fase da luogo appunto ad un campo elettromagnetico ben definito. Ecco l’origine del campo elettromagnetico, che si comporta da governatore; ed ecco quindi anche il ruolo per i 60 000 dello stadio i quali, facendo la “ola”, fanno sì che i calciatori giochino meglio…
Le evidenze sperimentali di tutto ciò (ispirate ai famosi esperimenti di Benveniste, che a suo tempo purtroppo furono incompresi) si deve a Luc Montagnier, il quale ha recentemente ottenuto risultati interessantissimi. Montagnier ha lunga dimestichezza con i virus e il DNA: è premio Nobel per la medicina proprio per queste sue competenza sperimentali. Montagnier pone in una provetta in acqua delle sequenze di DNA batterico; e poi – molto importante – diluisce via via con acqua. Una bobina rileva i segnali elettromagnetici provenienti dalla provetta. Prima cosa importante è il fatto che più si diluisce più aumentano i segnali elettromagnetici! Quindi è l’acqua a regolarne l’intensità. Quali frequenze? Lo stabilisce il DNA. Infatti, l’acqua può oscillare su un grande numero di frequenze, ma è il partner con cui l’acqua se la sta facendo in quel momento che stabilisce quali. Montagnier è andato oltre gli esperimenti di Benveniste, e infatti la seconda parte dell’esperimento è quella più sconvolgente. Ebbene, cosa succede? Questi segnali vengono inviati ad un secondo recipiente con pura acqua distillata e, per evitare dubbi di contaminazione, la cosa è stata fatta anche per via telematica a centinaia di km di distanza.  Gli sperimentatori aggiungono a quell’acqua pura le sostanze necessarie alla strutturazione del DNA, adenina, timina, citosina e guanina, più i necessari catalizzatori, le polimerasi, ecc… e cosa succede? Dopo un certo numero di ore (circa 20 ore) compare fisicamente lo stesso tipo di DNA da cui era stato estratto il segnale!!!
Capire queste cose potrebbe aiutare a risolvere il mistero della vita e nella pratica potrebbe dare origine ad una nuova industria chimica non inquinante, che si ispiri al caso biologico, in cui le molecole interagiscono in maniera precisa tra di loro senza generare composti a caso, e cioè in maniera altamente efficiente, a basso consumo energetico, e senza generare rifiuti inquinanti… E credo che l’Effetto Ossidroelettrico da poco sperimentalmente evidenziato a Napoli nei laboratori della PROMETE Srl – spin off del CNR, cioè l’estrazione di corrente elettrica dall’acqua, mediata dalle molecole di Ossigeno, possa essere un primo passo in questa direzione. Infatti, gli organismi viventi riescono proprio grazie all’acqua a trasformare energia di basso grado (calore, infrarossi) in energia di alto grado (energia elettrica, energia chimica), appunto con questo tipo di meccanismi ancora non molto chiari ai più…
La possibilità di un’applicabilità diffusa di queste metodiche dipenderà soltanto dall’entusiasmo con cui ci si applicherà. Così come gli antichi romani avevano già conoscenze che sono diventate operative solo 1.500 anni dopo… Dipende da meccanismi economico-sociali, non da motivi scientifici. Però c’è una nota ottimistica, legata al fatto che questo tipo di ricerche non richiede affatto finanziamenti enormi. Il primo esperimento di Montagnier sopra descritto fu condotto in Camerun, e non a New York o a Parigi, le città in cui Montagnier normalmente vive. L’attuale mancanza di finanziamenti alla ricerca forse non ha effetti totalmente negativi, perché obbligherà i ricercatori a fare cose così intelligenti che si possano fare senza soldi.

 

Venerdì 31 gennaio è morto Emilio Del Giudice, grande fisico nucleare italiano che è stato un attivo e aperto ricercatore  anche dei principi del meccanismo d’azione della medicina omeopatica.

Recentemente era stato invitato assieme al premio Nobel Luc Montagnier e al Prof Vittorio Elia presso l’Ordine dei Medici di Roma per una conferenza sul tema ‘Acqua, veicolo di informazione: nuove frontiere in medicina'.