È stato stimato che, per effetto delle attività dell’uomo che stanno distruggendo gli habitat naturali per convertirli in terreni agricoli a sfruttamento intensivo, la varietà di animali e piante è scesa a livelli pericolosi in oltre la metà delle terre emerse del mondo .
Secondo gli esperti una perdita così rapida di biodiversità, se non sarà fermata, a lungo termine provocherà una maggiore povertà delle persone. La perdita di biodiversità ha raggiunto livelli tali da pregiudicare la capacità degli ecosistemi di sostenere le società umane.
Studiando le rilevazioni provenienti da quasi quarantamila siti sparsi in tutta la Terra è emerso che il limite di sicurezza è al di sotto nel 58,1% della superficie della Terra dal momento che qui vive il 71,4 per cento circa della popolazione globale.
Secondo gli esperti, se un territorio perde più del 10% della sua biodiversità si può ritenere che abbia superato la soglia oltre la quale la capacità dell'ecosistema potrebbe essere compromessa.
"È preoccupante che l'uso incontrollato del territorio abbia spinto la biodiversità al di sotto del livello proposto come limite di sicurezza" - ha affermato il prof Andy Purvis, del Museo di Storia Naturale e uno degli autori del nuovo studio. "Fino ed almeno ché non riporteremo il livello di biodiversità allo stato precedente, staremo giocando a una roulette ecologica".
I ricercatori hanno detto che lo studio, pubblicato sulla rivista Science, è l'analisi più completa sulla perdita di biodiversità. Il declino non è solo una cattiva notizia per le specie vegetali ed animali, ma a lungo termine potrebbe significare ripercussioni per la salute e l'economia umana.
"Se le funzioni degli ecosistemi non continuassero, allora si colpirebbe la capacità del settore agricolo di sostenere le popolazioni umane e noi semplicemente non sappiamo quando questo avverrà", ha detto il dottor Tim Newbold, autore principale del lavoro e ricercatore associato della University College di Londra. "Stiamo entrando nella zona di incertezza."
Egli ha aggiunto che, seppur gli esseri umani utilizzassero soluzioni tecnologiche per replicare le funzioni naturali, come ad esempio l'impollinazione, ci saranno sempre dei limiti su quanto potrebbero compensare la perdita della specie.
"La diffusa trasgressione dei limiti di sicurezza suggerisce che la perdita di biodiversità, se non controllata, minerà gli sforzi verso uno sviluppo sostenibile a lungo termine", scrive la rivista "Science".
Il dottor Tom Oliver, che non è stato coinvolto nello studio, ha scritto in un commento separato pubblicato su Science che: "È un problema difficile definire quanto la perdita di biodiversità sia troppa. Tuttavia, possiamo essere certi che l'inazione ci impegna a un futuro con notevoli costi per il benessere umano. "
Dallo studio è emerso che i diversi tipi di habitat avevano perso più di biodiversità dove vi era la presenza degli esseri umani che lì vi vivono, come ad esempio nelle praterie. La Tundra e le foreste boreali, al contrario, risultavano i meno colpiti. Lo studio sembra confermare che la principale modifica degli habitat naturali sia causata dal settore agricolo industrializzato e in secondo luogo dall'urbanizzazione.
Lo studio viene fornito con alcuni avvertimenti. Più importante è che gli scienziati non possono dire esattamente quale sarebbe il grado pericoloso di perdita di biodiversità - potrebbe essere la soglia del 10% come era stato definito precedentemente, ma gli autori ammettono che non si può fare riferimento con certezza a nulla, perché potrebbe essere anche inferiore il limite massimo.
Il team ha esaminato siti di diverse dimensioni in tutto il mondo, utilizzando le più recenti rilevazioni che darebbero un quadro geograficamente completo, compresi i dati sulle specie a partire dal 2005 e il numero della popolazione umana a partire dal 2000, quando c'erano ancora 6 miliardi di persone in tutto il mondo.
Da allora, la popolazione mondiale è cresciuta fino ad 8 miliardi e i governi sono stati criticati aspramente per non aver arginato la perdita di biodiversità, suggerendo che oggi la percentuale reale dei luoghi che oltrepassano la soglia di sicurezza sia ancora più alta.
Fonte: www.aiab.it